Scrivere una sceneggiatura è un po’ come costruire un edificio. Se le fondamenta non sono solide, tutto crolla. Non importa quanto siano belle le inquadrature, quanto siano bravi gli attori o quanto sia innovativa la regia: se la storia non funziona, il film non funziona.
Ma cosa significa “funzionare” quando si parla di una sceneggiatura? Esistono regole precise da seguire o è solo questione di talento e ispirazione? La verità sta nel mezzo: il cinema è un’arte, ma anche un mestiere, e come ogni mestiere ha le sue tecniche, le sue strutture e i suoi strumenti.
In questo articolo esploreremo alcune delle regole d’oro della sceneggiatura cinematografica, quelle che ogni aspirante sceneggiatore dovrebbe conoscere (e saper rompere con intelligenza).
1. L’idea giusta: perché una buona storia fa la differenza
Tutto parte da un’idea. Potrebbe essere una scena che ti colpisce, un personaggio che non riesci a toglierti dalla testa, un concetto che vuoi esplorare. Ma come fai a sapere se è l’idea giusta per un film?
Un buon punto di partenza è farsi tre domande:
È visiva? Il cinema è immagine. Se la tua storia si basa solo su dialoghi o pensieri interiori, forse funziona meglio come romanzo o pièce teatrale. Una sceneggiatura forte si sviluppa attraverso l’azione e il comportamento dei personaggi.
Ha un conflitto interessante? Senza conflitto, non c’è storia. Il pubblico vuole vedere personaggi alle prese con ostacoli, interni o esterni. Il conflitto è il motore di ogni scena, e se manca, il film rischia di diventare piatto.
È universale? Questo non significa che la storia debba essere generica o banale, ma che deve contenere un’emozione, una tematica o una situazione che possa risuonare con chiunque. Anche un film di fantascienza ambientato su un pianeta lontano funziona se parla di emozioni reali e riconoscibili.
2. Struttura: perché il cinema si basa sul ritmo
C’è un motivo se la maggior parte dei film segue una struttura in tre atti. È una formula che funziona perché rispecchia il modo in cui il pubblico percepisce una storia.
La struttura classica
- Atto 1 (Setup): Presenti il protagonista, il suo mondo e il problema che dovrà affrontare. Il primo punto di svolta lo spinge fuori dalla sua zona di comfort
- Atto 2 (Conflitto): Qui si sviluppano le tensioni, gli ostacoli aumentano e il protagonista cambia. È la parte più difficile da scrivere, perché devi mantenere alta l’attenzione.
- Atto 3 (Risoluzione): Tutto si gioca nel climax. Il conflitto viene risolto (in bene o in male) e il protagonista non è più lo stesso di prima.
Chiaramente, non tutte le storie devono seguire questa struttura in modo rigido, ma capire le regole ti permette di infrangerle con intelligenza.
3. Personaggi: creare protagonisti indimenticabili
Un film è grande quanto il suo protagonista. Possiamo avere la storia più interessante del mondo, ma se il personaggio principale è piatto o incoerente, il pubblico si disconnette.
Come si costruisce un buon protagonista?
Cosa vuole il protagonista? Senza un desiderio forte, non c’è tensione narrativa. Il pubblico deve sapere (anche inconsciamente) cosa il personaggio sta cercando di ottenere. (Il Protagonista ha l’obiettivo chiaro).
Un buon protagonista deve affrontare ostacoli esterni, ma anche battaglie interne. Il personaggio cambia nel corso della storia? Un buon film mostra un viaggio interiore, in cui il protagonista alla fine non è più lo stesso di quando tutto è iniziato.
4. Il dialogo: meno è meglio
Uno degli errori più comuni nei primi tentativi di scrittura è usare troppo dialogo. Nel cinema, l’azione parla più delle parole. Se puoi mostrare qualcosa visivamente, fallo, invece di farlo dire a un personaggio. Un dialogo efficace dice molto con poche parole. I personaggi non devono spiegare la trama, ma farla emergere naturalmente. Le persone nella realtà non parlano in modo perfetto. Usa pause, interruzioni, silenzi.
Se c’è una regola fondamentale nel cinema, è questa: mostra, non raccontare.
In un romanzo puoi descrivere i pensieri del protagonista, ma nel cinema devi trovare un modo visivo per esprimere la stessa cosa.
Esempio:
Cattivo dialogo: “Sono nervoso.”
Buona scena: Un personaggio tamburella con le dita sul tavolo, si morde le unghie, guarda l’orologio ogni dieci secondi.
Questa regola vale per tutto. Non dire che il protagonista è solo: mostralo mentre mangia da solo in una tavola calda, mentre guarda il telefono aspettando un messaggio che non arriva.
Conclusione: la sceneggiatura è la base di tutto
Scrivere per il cinema significa creare una storia che funzioni attraverso immagini, ritmo e personaggi vivi.
Serve ispirazione, ma anche metodo, studio e pratica.
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